Reagiamo, allora, con Tolleranza:
1. Rispetto delle opinioni diverse dalle proprie
2. Indulgenza. Comprensione. Atteggiamento comprensivo.
3. Capacità di sopportazione.
4. Scarto. Divergenza. Massima variazione ammessa rispetto a un valore.
5. Capacità dell'organismo di sopportare gli effetti di una sostanza.
Siamo "tolleranti":
5. La nostra società-organismo è in grado di sopportare gli effetti di una sostanza. Sostanza estranea. Sostanza (almeno potenzialmente) nociva. Sostanza diversa da noi. Ma fino a che punto la potrà sopportare? Quando avremo ragione di esplodere, quando il nostro organismo si sentirà in diritto di non sopportare più? E allora, cosa accadrà?
4. Siamo tolleranti nei confronti della divergenza da una norma che ci siamo dati e che ci aspettiamo sia condivisa. Chi non la condivide devia dalla normalità, è diverso. Siamo disponibili ad ammettere una variazione, a tollerarla; ma fino a un certo punto, fino a che lo scarto non supera la massima variazione ammessa rispetto a un valore, il nostro. E poi?
3. Siamo capaci di sopportare. Anche se chi è sopportato forse non lo merita. Anche se chi ci obbliga a sopportarlo potrebbe, forse dovrebbe fare uno sforzo per venirci incontro. Certo, la nostra capacità di sopportazione ha un limite...
2. Siamo indulgenti. Siamo comprensivi. Perdoniamo, insomma. Anche se.... eccetera, eccetera.
1. Ma allora, visti 5, 4, 3 e 2, rispettiamo davvero le opinioni diverse dalle nostre? La tolleranza è vera apertura? E' vera comprensione? E' un modo per mettere in discussione le proprie certezze?
No, non lo è. Tolleranza è credere di essere nel giusto. Tolleranza è (mal)sopportazione. Tolleranza è una parola pericolosa.