Visualizzazione post con etichetta P. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta P. Mostra tutti i post

sabato 7 luglio 2018

Presagi

Martin le fa inclinare la testa all'indietro: la luce abbagliante della lampada a stelo le si allunga sul viso. Un viso giovane. Molto, molto giovane. Eppure... qui e là, sotto gli occhi, sulla fronte, agli angoli della bocca... non ci sono ancora né rughe né rughette - no, solo leggeri, vaghi  accenni, piccoli presagi, che tristemente si avvereranno nel giro di quattro, cinque, dieci anni, nonostante le creme, le pomate e le maschere di crusca di mandorle.

[Irmgard Keun, Gilgi, una di noi]

martedì 14 giugno 2016

Piegare, semplicemente

Semplice vuol dire "piegato una sola volta", ed è esattamente ciò che conta [...].
Pensate che mentre piegate state semplificando. Mettete ordine. Non c'è nessuna verità nascosta in questo: impariamo a piegare, e basta.
(Luigi Nacci, Viandanza)

lunedì 25 agosto 2014

Amare - Prendersi cura



An amazing feeling coming through...

I was born to love you with every single beat of my heart
Yes I was born to take care of you
Every single day of my life

You are the one for me, I am the man for you
You were made for me, you're my ecstasy
If I was given every opportunity, I'd kill for your love
So take a chance with me, let me romance with you
I'm caught in a dream and my dreams come true
Its so hard to believe this is happening to me
An amazing feeling coming through

I was born to love you with every single beat of my heart
Yes I was born to take care of you
Every single day of my life

I wanna love you, I love every little thing about you
I wanna love you love you love you
(Born) to love you (born) to love you yes (Born) I was born to love you
(Born) to love you (born) to love you every single day of my life
I was born to take care of you, every single day of my life

Alright! hey! hey!
Every single day of my life

I was born to love you with every single beat of my heart
Yeah I was born to take care of you honey, every single day of my life

sabato 12 ottobre 2013

Letteratura portoghese

Circa un mese fa sono entrata in una Libreria. Ho chiesto chi fossero i portoghesi da leggere, dopo Pessoa e Saramago.
Il Libraio mi ha risposto a caldo:
- Equatore di Sousa Tavares. E qualcosa di Lobo Antunes.
Un libraio che merita la L maiuscola.

Ho letto, direi che ho bevuto Lobo Antunes: superate le prime pagine faticose e dense, presa l'abitudine ad affrontare riga dopo riga una scrittura che straripa, il lungo doloroso monologo di In culo al mondo coinvolge, avvolge, e ci si trova ad affondare in una mattina grigia in cui tutti si affaccendano mentre uno, almeno uno, affonda irrimediabilmente nel non-senso di ricordi troppo difficili per essere condivisi. Parla di guerra, di orrore; e lo fa con crudezza e disincanto, un modo per difendersi si direbbe. Ma parla anche di amore, e ci riesce altrettanto bene. Di amore perduto, di nostalgia. Di più: parla di sesso, ed è credibile. Non volgare, non melenso, non ammiccante: vero.

Con Sousa Tavares sto arrancando tuttora, vedremo.

Nel frattempo sono stata in Portogallo e sono tornata, ho scoperto che dietro il Portogallo c'è l'Angola, e anche un po' di Mozambico. Sospetto sia soltanto l'inizio di un viaggio.

Oggi tornerò da quel Libraio, lo ringrazierò, gli racconterò tutto questo. E gli chiederò che ne pensa di Dulce Maria Cardoso, e se gli sembra che valga la pena di leggere Il ritorno, appena uscito e recensito un po' ovunque, che probabilmente non avrei nemmeno notato se non ci fosse stata di mezzo la Vita.

venerdì 27 settembre 2013

Porto / Design

Mi piacciono gli armadi con le ante e i cassetti.
Mi piacciono le linee curve e gli imprevisti.
Mi piacciono i bagni con il bidet, e poi per favore una porta!
Mi piacciono le docce che non allagano l'intera stanza mentre ti fai lo shampoo.
Infine, mi piace sentirmi a casa; poter rimanere spettinata senza dover pensare che stono con il contesto.

Perciò, a futura memoria: evitare come la peste gli hotel design, anche se le foto sono splendide!

giovedì 31 gennaio 2013

Pop!


More about Atti innaturali, pratiche innominabiliDonald Barthelme, Atti innaturali, pratiche innominabili

Intuisco con chiarezza lo spessore della scrittura di Barthelme; ma credo anche di poter dire definitivamente che il postmoderno non fa per me.
Abbandonato.

sabato 27 ottobre 2012

Presente



"Ieri è storia, Domani è un mistero; ma Oggi è un dono. Per questo si chiama presente..."
- Maestro Oogway -

venerdì 3 febbraio 2012

Pensiero


Sono perché penso, e perché penso?
[Jean-Paul Sartre, La Nausea]

sabato 10 settembre 2011

Perentòrio

Aggettivo: categorico, indiscutibile, tassativo; improrogabile, inderogabile; che non dà luogo a replica, che non ammette dilazioni, obiezioni, discussione alcuna; che denota autorità, energia, sicurezza e decisione.

"Vieni qui."

lunedì 29 agosto 2011

Passione

More about Il calore del sangueIrène Némirovsky, Il calore del sangue


"Nell'amore coniugale c'è una potenza sovrumana."
La Némirovsky sembra crederci, sembra voler ribadire una volta di più l'esistenza di quella pace dei sensi che dovrebbe subentrare, a un certo punto della vita, alle passioni che scuotono l'animo e la carne.
Nuovamente delusa, prendo atto. Ma siamo solo a pagina 37, e questa volta molto deve avvenire.

Ho capito, ora, l'entusiasmo suscitato dalla scrittura di Irène Némirovsky. Scrittura fluida, che si infiltra sotto la roccia non scalfibile delle convenzioni, che lentamente scivola lungo i meandri sotterranei dei sentimenti nascosti e poco, poco alla volta li consuma, fino ad estenuarli.
Goccia dopo goccia, le pagine di questo romanzo scavano sotto la superficie dell'idillio rurale, ci accompagnano fino al cuore della passione, al fuoco sepolto giù, in fondo.

Non è Colette la protagonista del Calore del sangue. Non è Silvio, o Sylvestre. E nemmeno la selvaggia e fiera e inquieta Brigitte.
Ma piuttosto la coppia apparentemente indistruttibile e perfetta, Hélène e François, l'Amore Coniugale. Che si sgretola in un momento appena il fiume bollente e sotterraneo riemerge portando con sé ricordi di vita vera.

La pagina citata sempre, da tutti, è sempre la stessa; e nemmeno io mi esimo dal riprenderla:
"In fin dei conti, se il dilemma è: 'Chi conosce la donna autentica, l'amante o il marito? Sono davvero così diverse l'una dall'altra? O sono forse sottilmente mescolate e indistinguibili? O sono plasmate con due sostanze che unite ne generano una terza, non più somigliante ad alcuna delle precedenti?', forse allora né il marito né l'amante conoscono la donna autentica. Eppure, è la donna più semplice che ci sia."

martedì 2 agosto 2011

Petrolio, o della Bruttezza. E della Verità.

Fondamentalmente la petroliera era una fabbrica galleggiante, e più che introdurmi a una vita esotica e smargiassa, mi insegnò a vendermi come operaio dell'industria. Adesso ero uno fra milioni, un insetto che sgobbava al fianco di innumerevoli altri insetti, e ogni mansione che eseguivo rientrava nel grande, opprimente sistema del capitalismo americano. Il petrolio era la fonte primaria della ricchezza, la materia grezza che alimentava la macchina del profitto e la teneva in corsa, e io ero soddisfatto di trovarmi dove mi trovavo, ero grato alla sorte di avermi catapultato nel ventre della belva. [...]
La bruttezza era così universale, così profondamente insita nell'accumulo di denaro, e nel potere conferito dal denaro a chi se ne arricchiva - al punto di deturpare il paesaggio, di sconvolgere il mondo naturale - che a denti stretti incominciai  a rispettarla. Vai al fondo delle cose, mi dicevo, e l'aspetto del mondo è questo. Per male che se ne potesse pensare, quella bruttezza era la verità.

[Paul Auster, Sbarcare il lunario]

mercoledì 20 luglio 2011

Precario

Vediamo come apre Wikipedia:


Con il termine precariato si intende l'insieme dei soggetti che vivono una condizione lavorativa che rileva, contemporaneamente, due fattori di insicurezza:
  1. mancanza di continuità del rapporto di lavoro e certezza sul futuro, e
  2. mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura.


L'etimologia poi, questa volta non fa che aumentare la tristezza:
lat. precarius da prex, preghiera. Propriamente: ottenuto per preghiera. Che si esercita con permissione, per tolleranza altrui; quindi Che non dura sempre, ma quanto vuole il concedente.

Insomma, siamo nelle mani di dio. Preghiamo, fratelli...

domenica 17 luglio 2011

Parole, ancora e ancora

Le parole sono il diavolo, noi lì a credere di lasciarci uscire dalla bocca solo quelle che ci convengono e, tutt'a un tratto, ce n'è una che si intrufola, non abbiamo visto da che parte sia spuntata, nessuno l'aveva chiamata, e, a causa di quella parola, che non di rado avremo poi difficoltà a ricordare, la rotta della conversazione cambia bruscamente quadrante, ci mettiamo ad affermare ciò che prima negavamo, o viceversa

[José Saramago, L'uomo duplicato]

sabato 16 luglio 2011

Parole

Strano rapporto è quello che abbiamo con le parole. Ne impariamo da piccoli un certo numero, nel corso dell'esistenza ne raccogliamo altre che ci arrivano dall'istruzione, dalla conversazione, dal rapporto con i libri, eppure, a paragone, sono pochissime quelle sui cui significati , accezioni e sensi non avremmo alcun dubbio se un giorno ci domandassero seriamente se ne abbiamo. Così affermiamo e neghiamo, così convinciamo e siamo convinti, così argomentiamo, deduciamo e concludiamo, discorrendo impavidi alla superficie di concetti sui quali non solo abbiamo idee molto vaghe e, malgrado la falsa sicurezza che i genere ostentiamo quando tastiamo il cammino in mezzo alla nebulosità verbale, meglio o peggio continuiamo a capirci, e a volte persino ad incontrarci.

[José Saramago, L'uomo duplicato]

venerdì 15 luglio 2011

Presentimento

E' solo un presentimento, come una porta chiusa dietro a un'altra porta chiusa

[José aramago, L'uomo duplicato]

domenica 10 luglio 2011

Prossenético

More about La vita davanti a séRomain Gary, La vita davanti a sé

Delicata, commovente storia d'amore e di umanità tra un bambino mai stato bambino che, come prima o poi capita a tutti, si trova a dover crescere in fretta (quattro anni in un giorno soltanto!); e una donna che non è più tale, ormai mostruoso oggetto senza più nemmeno il ricordo di quello che è stato, abbrutita dalla malattia e dalla vita stessa.
Povertà, droga, prostituzione, bambini abbandonati non riconosciuti non amati: tutto si trasfigura nel punto di vista di Momò, piccolo uomo, sguardo incapace di ipocrisia, voce schietta e crudele nella sua sincerità. E nell'equivoco e movimentato universo di immigrati clandestini, prostitute, travestiti, medici ebrei e francesi con le carte in regola, nulla riesce a intaccare il candore e l'affetto che unisce Momò e Madame Rosa, che spinge lei a mentire e lui a vegliarla oltre ogni ragionevolezza, l'uno per l'altra isole di serenità, di sicurezza, Madre e Figlio come possono esserlo soltanto coloro che si scelgono.
Muore, Madame Rosa. E Momò rimasto solo non sa che aspirare a divenire Prosseneta (o prossineta, come si ostina a dire anche ora che è cresciuto).
PRO XENEIN: per lo straniero. Per l'altro.

martedì 21 giugno 2011

Parole nuove - Giochi di parole

... [parola] che doveva essere già sul punto di bussare alle porte, con quell'aria falsamente distratta che hanno le parole nuove, chiedendo di farle entrare.

- - -

Non sono in grado di seguirti in questi tuoi giochi di parole, Non sono io che gioco con le parole, sono loro che giocano con me.


[José Saramago, Il viaggio dell'elefante]

sabato 11 giugno 2011

Palpeggiàre

- [...] Durante i tanghi veniva spenta l'illuminazione elettrica e restavano accese soltanto due grandi lampade di alabastro negli angoli, con una luce rossa...
- Oh, non mi piace granché, fa molto dancing.
- Oggi si usa così dappertutto, pare; le signore adorano lasciarsi palpeggiare a ritmo di musica... La cena, naturalmente, servita ai tavolini...

[Irène Némirovsky, Il ballo]

Poi una si chiede perché il tango abbia una cattiva fama....

giovedì 9 giugno 2011

Parole (al di fuori, non c'è niente)

[...] Perché queste sono tutte parole, e solo parole, al di fuori delle parole non c'è niente, Ganesha è una parola, domandò il comandante, Sì, una parola che, come tutte le altre, si potrà spiegare soltanto con altre parole, ma, siccome le parole che hanno tentato di spiegarla, vuoi che siano riuscite a farlo oppure no, a loro volta, devono essere spiegate, il nostro discorso andrà avanti senza una rotta, alternerà, come per maledizione, l'errato con il giusto, senza rendersi conto di ciò che va bene e di ciò che va male [...].

[José Saramago, Il viaggio dell'elefante]

martedì 31 maggio 2011

Poesia

Che cos'è un atto poetico, domandò il re, Non si sa, mio signore, lo scopriamo solo quando ormai è avvenuto

[José Saramago, Il viaggio dell'elefante]