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sabato 7 luglio 2018

Frugalità

Gli accarezza piano la coscia: lì c'è la cicatrice lasciata dal morso del coccodrillo. E' quasi commovente essere sdraiati accanto a un uomo che è stato morso da un coccodrillo in Colombia. E se se lo fosse mangiato? Terribile. Bisogna essere riconoscenti al coccodrillo per la sua frugalità.

[Irmgard Keun, Gilgi, una di noi]

domenica 23 aprile 2017

Flanella

fla·nèl·la/
sostantivo femminile
Solo nella loc. far flanella, curiosare oziosamente; anche, starsene senza far nulla lasciando lavorare gli altri; fig., amoreggiare con effusioni contenute.

Dal fr. (faire) flanelle, der. di flâner ‘bighellonare’

lunedì 22 ottobre 2012

Felicità

Ho trovato sulla felicità un post interessante, eccolo:

sabato 16 giugno 2012

Frivolezza

Mi piacciono le collane e gli specchi.
E questo potrebbe apparire frivolo; se le prime non fossero catene, e i secondi non obbligassero a riflettere.

mercoledì 25 aprile 2012

Realtà e finzione - Un esperimento poco riuscito

More about I fattiNon pensavo che un libro di Philip Roth potesse non piacermi; scrivo questa nota per congedarmene definitivamente.

Il volume l'ho trovato, usato, a due euro e mezzo, e mi è sembrata una gran fortuna; mi sono stupita che non fosse pubblicato come gli altri da Einaudi, ora lo stupore è passato.
Ricordo che la Controvita, del 1986, mi era piaciuto perché, con l'inconciliabilità tra le diverse vicende narrate, sgombrava il campo da ogni dubbio sul 'realismo' delle storie raccontate da Roth; questi Fatti, ci dice Roth stesso appena due anni più tardi, sono la sua controvita. Un insistere ridondante su qualcosa di già detto, insomma; un sottolineare che "Nathan Zuckermann non sono io".
La lettura è stata lenta e noiosa. L'espediente della lettera a Zuckermann e della sua risposta non troppo riuscito (se pure qui il personaggio che scrive all'autore ha ragione da vendere!). Roth non è un autobiografo, Zuckermann non è un critico.

Per fortuna poi Roth è rinsavito ed è tornato a fare il suo mestiere; altrimenti, di Ho sposato un comunista non sapremmo niente, e sarebbe un peccato.

mercoledì 2 novembre 2011

Ferita aperta


sabato 3 settembre 2011

Fragile


mercoledì 20 aprile 2011

Falsetto

Esterina, i vent'anni ti minacciano,
grigiorosea nube
che a poco a poco in sé ti chiude.
Ciò intendi e non paventi.
Sommersa ti vedremo
nella fumea che il vento
lacera o addensa, violento.
Poi dal fiotto di cenere uscirai
adusta più che mai,
proteso a un'avventura più lontana
l'intento viso che assembra
l'arciera Diana.
Salgono i venti autunni,
t'avviluppano andate primavere;
ecco per te rintocca
un presagio nell'elisie sfere.
Un suono non ti renda
qual d'incrinata brocca
percossa!; io prego sia
per te concerto ineffabile
di sonagliere.
La dubbia dimane non t'impaura.
Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d'erba del fanciullo.
L'acqua' è la forza che ti tempra,
nell'acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un'alga, un ciottolo
come un'equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito più pura.
Hai ben ragione tu!
Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizî
del tuo domani oscuro.
T'alzi e t'avanzi sul ponticello
esiguo, sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s'incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t'abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t'afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.

[Eugenio Montale, Ossi di seppia]




Poi ne sono passati altrettanti e non è semplice intendere dove sia oggi la terra, dove più il mare.

mercoledì 15 settembre 2010

Frivolezza

Glam Shine Blush Dazzling Glamorous Lip-Pumping Effect

(Scritto sulla confezione di un lucidalabbra trovato come omaggio in una confezione di shampoo. Le maiuscole sono nell'originale.)

sabato 29 agosto 2009

Forme

Le forme non sono semplici orpelli! Le forme sono sostanza!!!

Non l'ho detto (...esclamato) io; però sono d'accordo.

mercoledì 8 luglio 2009

Fuoco!

In un paese, durante una processione, la statua della Madonna viene colpita e distrutta da ripetuti colpi di arma da fuoco. Mentre la gente fugge, intervengono le forze dell'ordine che circondano la casa da dove sono partiti gli spari. In una abitazione di poche stanze c'è il colpevole, Mario, che vive con la moglie e la piccola figlia, atterrita dalle detonazioni, mentre in un angolo giace il corpo inanimato di una persona. Mario passa le sue ore caricando le sue armi, o scrutando dalle finestre i movimenti della polizia e scaricando ogni tanto qualche colpo sulla piazza. Le continue e ripetute esortazioni di un carabiniere del paese sembrano non avere effetto sul giovane, che dà l'impressione di voler resistere a lungo. Alle prime luci della mattina però Mario si decide e, dopo aver ucciso la moglie, affida la bambina ai carabinieri e si arrende.

Questa, laconicamente, la trama di Fuoco! (anche qui) di Gian Vittorio Baldi, film del 1968 recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna e pubblicato con un bel volume di apparato e commento. In un'intervista recente, inclusa nel dvd, Baldi lascia intendere che il film - realizzato in soli 14 giorni di riprese in presa diretta ma pensato, prima, per anni - parli appunto del 1968, dell'esplosione di energie represse e poi giunte a saturazione, della violenza contro la società e le sue istituzioni. Il regista interpreta dunque Fuoco! come film politico.
Certo gli indizi in questo senso sono molti. All'inizio dell'azione, un primo atto di violenza si è già compiuto, diretto verso la famiglia: Mario ha ucciso la suocera, che giace a terra senza poter essere compianta. Quindi, il protagonista si rivolge contro la chiesa, sparando alla statua della madonna in processione - scena esplicita al punto di perdere ogni aspetto simbolico, e da risultare puramente rappresentativa. Infine, ecco la violenza contro lo stato, che prende la forma del silenzio, della non-considerazione.

Ma Fuoco! è anche un film sulla tragedia della violenza, sulla necessità del male. Mario uccide sua moglie; perché lo faccia, non ci è spiegato mai. Le carezze nel sonno, denudarla per vederne un'ultima volta le forme (la schiena sensuale e arcaica, anche in una donna distrutta e abbrutita dalla paura, dalla violenza), avvolgerla in un sudario prima di sparare, non sono gesti d'amore? Mario non avrà forse ucciso per proteggere? E se affida la bambina ai carabinieri, non sarà perché non trova il coraggio di sparare anche a lei? Per un momento sembra sul punto di farlo; ma poi il pianto lo ferma, desiste. Mario è un uomo qualunque, né più buono né più violento di altri, solo per caso si trova all'interno di quell'appartamento e non fuori, tra gli altri. Come tutti, per necessità recita il ruolo che gli è toccato in sorte.
E forse è proprio la sua debolezza nel recitare fino in fondo la sua parte, forse è questa la sua colpa. Non spara alla bambina, non la salva; e decide di pagare il suo debito arrendendosi, e consegnandosi, nudo, al mondo.

L'abbiamo visto qualche sera fa, nel salotto di casa, insolitamente quieto.
Per caso, alla fine, alla tv stava cominciando Un giorno in pretura. Confronto disarmante. Era il 1953, e già veniva ucciso il neorealismo; scomparsi i personaggi, per lasciar posto alle macchiette. Niente più persone, entrano i personaggi, e poi titoli di testa, titoli di coda, nomi degli attori. Star! E germogliano le radici del qualunquismo italiano.

A passare da Fuoco! a Un giorno in pretura, sembrava di fare un percorso al contrario. E viene da chiedersi ora, se ci sia un'alternativa tra il lasciarsi scivolare in una vita in farsa, e l'attendere che la violenza esploda un'altra volta.

mercoledì 1 aprile 2009

Facebook

Il buon vecchio Zingarelli 2005 qui non arriva, e come potrebbe? Passa direttamente da fàce a facèlla; RIP.

Alllora, la migliore definizione? E' un collage, metà dell'ex ministro Gentiloni e metà del mio amico Stefano:

"Arma di distrazione di massa, che unisce l'inutile al disdicevole".