martedì 30 giugno 2009

Sicurezza...

...e insicurezze. Se n'è parlato qui.

Sinistre rovine

"Ahimé abbiamo questa sinistra che si dovrebbe vergognare di quello che fa e invece è la rovina del Paese".

Chi l'ha detto?
(Un suggerimento: la definizione è di oggi, a commento di una rumorosa manifestazione di disoccupati napoletani).

giovedì 25 giugno 2009

Pùbblico (I have a dream)

Aggettivo.
1. Che concerne, che riguarda la collettività: la pubblica utilità.
2. Che è di tutti: voce pubblica, opinione pubblica.
3. Che è accessibile a tutti, che tutti possono utilizzare: luogo pubblico, locale pubblico.

Sostantivo maschile.
1. Numero indeterminato di persone considerate nel loro complesso e aventi spesso interessi comuni in quanto frequentano uno stesso luogo, assistono a un medesimo spettacolo ecc: il teatro è affollato da un pubblico inquieto.
2. +Comunità, comune, stato.
3. Il settore pubblico dell'economia: la concorrenza tra pubblico e privato.


Pubblico deriva dal latino publicus , che viene da populum. Popolo.
Insomma, noi.
Vuol dire che la cosa pubblica è nostra, di tutti.

Ma allora com'è che, se dico pubblico, l'immagine che mi balena davanti agli occhi è quella di una folla azzurrina e inebetita che applaude a comando, che delega ad altri il proprio stato d'animo, le proprie opinioni, il proprio pensiero? Che fine ha fatto la responsabilità che nasce dal possedere una cosa, la cosa pubblica appunto?
Un pubblico così non è più fatto nemmeno di spettatori: perché lo spectator osserva con attenzione, è imparziale nel raccogliere le informazioni e critico nel rielaborarle; mentre questo pubblico è di bocca buona, si limita a vedere, a prendere atto, e a lasciarsi contare.

Mi piacerebbe che pubblico fosse più aggettivo che sostantivo. Mi piacerebbe che il significato "comunità, comune, stato" non fosse arcaico e in disuso. Mi piacerebbe vedere più teatri pieni di pubblici inquieti, vedere pubblico e privato concorrere, correre insieme verso un solo obiettivo. Possibilmente pubblico, di interesse comune.

martedì 23 giugno 2009

GAS

"I Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un'economia che metta al centro le persone e le relazioni.": così recita la home page di ReteGas.
Un po' più fredda, ma comunque precisa, la Finanziaria 2008 che li riconosce: "Sono definiti «gruppi di acquisto solidale» i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita."

Dopo qualche mese di vita in provincia - da oggi ci proviamo anche noi.

mercoledì 17 giugno 2009

Intercettazioni

Il post di ieri parlava della punta di un iceberg.
Qui, e qui, alcuni interessanti, e preoccupanti, aggiornamenti del dibattito.

martedì 16 giugno 2009

Blog

Tra poco più di un mese, i blog compiranno dodici anni di vita: da dodici anni è a disposizione di tutti, o almeno di chiunque abbia accesso a una connessione a internet, uno strumento con il quale pubblicare le proprie opinioni e cercare il confronto con gli altri, che non necessariamente si troveranno d'accordo.

La litigiosità infatti trova spazio in rete almeno quanto altrove: on line si può trovare facilmente traccia di accesi dibattiti sugli argomenti più diversi e, come nella "vita reale", il livello di approfondimento, di serietà, di onestà intellettuale degli interventi è assai vario.
In alcuni casi, il blog è tematico e il blogger è un professionista: ci sono ottimi blog curati da giornalisti, da scrittori, da cuochi, giardinieri, comici, comunicatori, pubblicitari, eccetera eccetera eccetera. In tanti altri casi, il blog è lo spazio pubblico di aspiranti poeti, giovani artisti, gruppi di amici, o di famiglie, o di coppie che scelgono di rendere partecipe il mondo dei loro affetti. Tutto legittimo.

...o no?

Oggi Vittorio Zambardino ci segnala l'appello per evitare che ai blog vada applicato l'obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa del 1948 (!!!?), che prevede che chiunque pubblichi notizie inesatte è tenuto a pubblicarne entro 48 ore anche la rettifica, ad evitare sanzioni pesanti.
Il disegno di legge sulle intercettazioni - una legge a mio avviso di difficile applicazione e potenzialmente limitativa (ancora!) della libertà di informazione - è il ddl 1415A ed è stato approvato alla Camera la scorsa settimana. Qui si può firmare per la presentazione al Senato di un emendamento che, almeno, preveda una distinzione tra i blog personali e quelli professionali. In questo momento (sono le 11.30 di martedì 16 giugno) le firme raccolte sono solo 95; torniamo a vedere questa sera?

Scrittura collettiva

Diciamo, prima di tutto, che la scrittura collettiva esiste; e che scrivere con altri può essere un esperimento affascinante quanto rischioso. Come un giro di tango, affrontare insieme la pagina bianca può rivelare di noi anche più di anni di frequentazione e perfino di amicizia.

Mi aggiro guardinga e curiosa intorno agli esperimenti di SIC - Scrittura Industriale Collettiva.
In me - che ho sempre trovato troppo numeroso, e chiassoso soprattutto, un gruppo con più di due persone - un progetto come il Grande Romanzo Aperto suscita un'istintiva diffidenza. E pure...

giovedì 11 giugno 2009

Nostalgia

Nostos Algos

“Non si ha nostalgia, in definitiva, che di se stessi, di quella rete di significati e di rapporti che danno senso all’esistenza e alla quale ciascun individuo si identifica fino a non potersene più differenziare” (R. Beneduce, 1998)