Visualizzazione post con etichetta citazioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta citazioni. Mostra tutti i post

sabato 7 luglio 2018

Frugalità

Gli accarezza piano la coscia: lì c'è la cicatrice lasciata dal morso del coccodrillo. E' quasi commovente essere sdraiati accanto a un uomo che è stato morso da un coccodrillo in Colombia. E se se lo fosse mangiato? Terribile. Bisogna essere riconoscenti al coccodrillo per la sua frugalità.

[Irmgard Keun, Gilgi, una di noi]

Presagi

Martin le fa inclinare la testa all'indietro: la luce abbagliante della lampada a stelo le si allunga sul viso. Un viso giovane. Molto, molto giovane. Eppure... qui e là, sotto gli occhi, sulla fronte, agli angoli della bocca... non ci sono ancora né rughe né rughette - no, solo leggeri, vaghi  accenni, piccoli presagi, che tristemente si avvereranno nel giro di quattro, cinque, dieci anni, nonostante le creme, le pomate e le maschere di crusca di mandorle.

[Irmgard Keun, Gilgi, una di noi]

sabato 8 novembre 2014

Man

"This was the man: never able to make a decision, never able to state a position".

Zadie Smith, White teeth

giovedì 21 agosto 2014

Invidia


E' con i cattivi sentimenti che si fanno i buoni romanzi.
Aldous Huxley (credo)

lunedì 31 marzo 2014

Memory and Desire

I. THE BURIAL OF THE DEAD

April is the cruellest month, breeding 
Lilacs out of the dead land, mixing 
Memory and desire, stirring 
Dull roots with spring rain. 
Winter kept us warm, covering  
Earth in forgetful snow, feeding 
A little life with dried tubers. 
Summer surprised us, coming over the Starnbergersee 
With a shower of rain; we stopped in the colonnade, 
And went on in sunlight, into the Hofgarten,
And drank coffee, and talked for an hour. 
"Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch."
And when we were children, staying at the archduke’s, 
My cousin’s, he took me out on a sled, 
And I was frightened. He said, Marie,
Marie, hold on tight. And down we went. 
In the mountains, there you feel free. 
I read, much of the night, and go south in the winter. 
 
What are the roots that clutch, what branches grow 
Out of this stony rubbish? Son of man,
You cannot say, or guess, for you know only 
A heap of broken images, where the sun beats, 
And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief, 
And the dry stone no sound of water. Only 
There is shadow under this red rock,
(Come in under the shadow of this red rock), 
And I will show you something different from either 
Your shadow at morning striding behind you 
Or your shadow at evening rising to meet you; 
I will show you fear in a handful of dust.
        "Frisch weht der Wind" 
        "Der Heimat zu," 
        "Mein Irisch Kind," 
        "Wo weilest du?" 
“You gave me hyacinths first a year ago;
They called me the hyacinth girl.” 
—Yet when we came back, late, from the Hyacinth garden, 
Your arms full, and your hair wet, I could not 
Speak, and my eyes failed, I was neither 
Living nor dead, and I knew nothing,
Looking into the heart of light, the silence. 
"Öd’ und leer das Meer." 
 
Madame Sosostris, famous clairvoyante, 
Had a bad cold, nevertheless 
Is known to be the wisest woman in Europe,
With a wicked pack of cards. Here, said she, 
Is your card, the drowned Phoenician Sailor, 
(Those are pearls that were his eyes. Look!) 
Here is Belladonna, the Lady of the Rocks, 
The lady of situations.
Here is the man with three staves, and here the Wheel, 
And here is the one-eyed merchant, and this card, 
Which is blank, is something he carries on his back, 
Which I am forbidden to see. I do not find 
The Hanged Man. Fear death by water.
I see crowds of people, walking round in a ring. 
Thank you. If you see dear Mrs. Equitone, 
Tell her I bring the horoscope myself: 
One must be so careful these days. 
 
Unreal City,
Under the brown fog of a winter dawn, 
A crowd flowed over London Bridge, so many, 
I had not thought death had undone so many. 
Sighs, short and infrequent, were exhaled, 
And each man fixed his eyes before his feet.
Flowed up the hill and down King William Street, 
To where Saint Mary Woolnoth kept the hours 
With a dead sound on the final stroke of nine. 
There I saw one I knew, and stopped him, crying “Stetson! 
You who were with me in the ships at Mylae!
That corpse you planted last year in your garden, 
Has it begun to sprout? Will it bloom this year? 
Or has the sudden frost disturbed its bed? 
Oh keep the Dog far hence, that’s friend to men, 
Or with his nails he’ll dig it up again!
You! "hypocrite lecteur!—mon semblable,—mon frère!”" 
 
[T.S.Eliot, The waste land]

lunedì 16 settembre 2013

Disperazione / Speranza

Non le è mai capitata questa cosa: sentire che è vicina, che afferrerà fra un secondo l'aspirazione aggiornata e eternamente inseguita per anni e anni, il progetto che è insieme la sua disperazione e la sua speranza, stendere la mano per afferrarlo con insostenibile gioia e cadere all'improvviso all'indietro, con le dita chiuse sul nulla, mentre l'ispirazione o il progetto si allontanano tranquillamente da lei al trotto minuto dell'indifferenza, senza guardarla nemmeno?

[António Lobo Antunes, In culo al mondo]

domenica 10 febbraio 2013

sabato 26 gennaio 2013

Lavoro


Atteggiamento nei riguardi del suo lavoro "A volte mi pare di essere completamente bloccato. Il lavoro è là, ammucchiato, mi sembra un ostacolo insuperabile, totalmente al di sopra delle mie possibilità. Me ne sto seduto, lo guardo, e mi domando da dove posso cominciare, come posso venirne a capo. Magari prendo un foglio in mano, cerco di leggerlo, ma ho la testa altrove, penso ad altro, sembra quasi che non riesca ad afferrare il senso di quello che leggo, anzi mi pare che un senso non ce l'abbia proprio, che sia privo d'interesse, di qualsiasi contenuto umano, di vita. Poi, nel giro di un'ora, o magari di un istante, tutto cambia di colpo: mi rendo colpo che devo farlo e basta, che devo gettarmici a corpo morto, procedere come un automa, cosa per cosa, insomma che è semplicemente questione di fare un passo dopo l'altro, aprendosi a fatica un varco attraverso il mare di carta. Comincio a provare interesse, mi eccito perfino, lavoro a gran velocità, le cose via via si sistemano: sono sollevato, e anche stupito che quelle stesse cose mi potessero sembrare morte in precedenza."

[Donald Barthelme, Robert Kennedy salvato dalle acque in Atti innaturali, pratiche innominabili]

sabato 27 ottobre 2012

Presente



"Ieri è storia, Domani è un mistero; ma Oggi è un dono. Per questo si chiama presente..."
- Maestro Oogway -

martedì 29 maggio 2012

Epifania


Epifania è una parola molto forte per me, molto radicata, al punto che stento sistematicamente a ricordare il nome di Eveline, e finisco per chiamarla Epiphany. L'alba, la nave che parte, la libertà e la vita vera a un passo: e lei che capisce e sceglie, e rimane a terra.
Un momento di illuminazione che proietta luce e senso sul passato e sul futuro: questa favola bella mi sono lasciata raccontare, nella lettura e nella vita.
[Non ricordavo affatto quale fosse la destinazione della nave; leggo ora che partiva per Buenos Aires, e credo sia un dettaglio che non dimenticherò facilmente].
Ma nemmeno questo ci concede, il nostro: nemmeno di credere ancora in Joyce.
Implacabile, implacabile.
"In realtà, le epifanie autentiche sono estremamente rare. Nella vita adulta contemporanea, maturazione e acquiescenza verso la realtà sono processi graduali, incrementali e spesso impercettibili, non dissimili dalla formazione di un calcolo renale".
Nientemeno!!
"Di solito è soltanto nelle rappresentazioni teatrali, nell'iconografia religiosa, e nel <> dei bambini che il frutto dell'intuizione è compreso in unico lampo accecante".
Ma allora com'è che leggere queste righe, proprio in "un unico lampo accecante" ha messo in discussione anni di letture e riletture?
DFW dice, e nel dire contraddice; e mi lascia tanto, tanto, tanto stanca...



[leggendo David Foster Wallace, Brevi interviste con uomini schifosi]

mercoledì 16 maggio 2012

Ritmi

"I ritmi sono rapporti fra quello che credi e quello che credevi prima."
[DFW, Brevi interviste con uomini schifosi]

sabato 14 aprile 2012

Inseguimento



Entro nella torre delle mie paure,
chiudo la porta su quella oscura colpa,
sprango la porta, tutte le porte sprango.
Il sangue corre, mi rimbomba
nelle orecchie: il passo
della pantera è sulle scale,
ora la sento che sale, che sale.
Il passo della pantera è sulle scale,
ora la sento che sale, che sale.

[Sylvia Plath]

martedì 20 marzo 2012

Morale

Anche la morale è una questione di tempo, diceva, con un sorriso maligno, te ne accorgerai.


[Gabriel  García Márquez Memoria delle mie puttane tristi]

venerdì 3 febbraio 2012

Pensiero


Sono perché penso, e perché penso?
[Jean-Paul Sartre, La Nausea]

giovedì 2 febbraio 2012

Asciutte

Questa frase io l’avevo pensata; era stata un po’ di me stesso. Adesso s’era impressa nella carta e faceva blocco contro di me. Non la riconoscevo più. Non potevo nemmeno ripensarla. Era lì, di fronte a me, invano avrei ricercato in essa un segno della sua origine: chiunque altro avrebbe potuto scriverla. Ma io, io, non ero affatto sicuro di averla scritta. Le lettere adesso non brillavano più, erano asciutte. Anche questo era scomparso: non restava più niente del loro effimero splendore.
[Jean-Paul Sartre, La Nausea]

sabato 29 ottobre 2011

Coperta

Ha ripiegato la coperta, era solo una donna che ripeteva un gesto antico, aprendo e chiudendo le braccia, tenendo con il mento le pieghe fatte, scendendo poi le mani fino al centro del proprio corpo e facendo lì la piega finale

[José Saramago, Memoriale del convento]

lunedì 3 ottobre 2011

Amore

Perchè vuoi che io rimanga, Perchè è necessario, Non è una ragione che mi convinca, Se non vuoi rimanere, va' via, non ti posso costringere, Non ho forze che mi portino via da qui, mi hai stregato, Non l'ho fatto, non ho detto una parola, non ti ho toccato, Mi hai guardato dentro, Giuro che non ti guarderò mai dentro, Giuri che non lo farai e l'hai già fatto, Non sai di che stai parlando, non ti ho guardato dentro, Se rimango dove dormo, Con me.

[José Saramago, Memoriale del convento]

martedì 23 agosto 2011

Distanza (di un bacio)

Ecco: mi piacerebbe descriverla, e non ci riesco. E' probabile che sin dal primo istante io l'abbia guardata troppo da vicino, come sempre avviene con le cose che si desiderano molto: sapreste dire che forma e colore ha il frutto che state addentando? Quando si ama una donna come io ho amato lei, si ha l'impressione di averla vista sin dal primo giorno alla distanza di un bacio.

[Irène Némirovsky, Il calore del sangue]

martedì 16 agosto 2011

Assirtidi

La grande estate ferisce; in quell'orizzonte che si spalanca c'è tutto e anche tutto quello che si è perduto e si continuerà a perdere. E' così facile - anche se davanti a quel mare non si capisce come possa accadere - scordare di essere figli di re e andarsene per il mondo a bussare come mendicanti a porte straniere. [...] ogni estate è unica e irripetibile, una dopo l'altra sfilano come i grani di un rosario, il tempo li arrotonda come sassi sulla spiaggia, fra l'uno e l'altro si apre un infinito.
[...]
Cherso, Crepsa, Crexa, Chersinium, Kres, Cres - nomi latini, illiri, slavi, italiani. La vana ricerca di purezza etnica scende alle radici più antiche, si accapiglia per etimologie e grafie, nella smania di appurare di quale stirpe fosse il piede che per primo ha calcato le spiagge bianche e si è graffiato sui rovi della fitta macchia mediterranea, come se ciò attestasse maggiore autenticità e diritto al possesso di queste acque turchesi e di questi aromi del vento.
La discesa non raggiunge mai un fondo ultimo o primo, non arriva mai all'Origine. A grattare un cognome italianizzato si riscopre lo strato slavo, un Bussani è un Bussanich, ma se si continua viene talora fuori uno strato ancor più antico, un nome venuto dall'altra sponda dell'Adriatico o da altrove; i nomi rimbalzano da una riva e da una grafia all'altra, il terreno sprofonda, le acque della vita sono una palude promiscua e cedevole.
[...]
Cherso e Lussino, con il loro arcipelago, si chiamavano anche Absirtides o Apsirtides, dal nome del fratello di Medea che la maga, per amore di Giasone, aveva attirato in un tranello mortale su queste acque; dal suo corpo gettato a pezzi in mare nacquero le isole.
[...]
La leggenda che fa sfociare il Danubio nell'Adriatico dice il desiderio di sciogliere le scorie di paure, ossessioni, pudori, deliri di difesa - di cui è così greve il continente attraversato dal fiume - nella grande persuasione marina, abbandono disteso, puro presente della vita che basta a se stessa e non si consuma nella corsa verso mete da raggiungere, nell'ansia di fare, ossia di aver già fatto e già vissuto, ma è felicità senza meta e senza assillo, eternità e autosufficienza dell'attimo.
[...]
Se il desiderio di vivere è la causa del male e del dolore, il mare è devastante, perché intensifica la gioia e la sete della vita, è la seduzione del suo infinito ripetersi e rigenerarsi. Nella luce del mare le cose acquistano un'intensità assoluta, troppo intensa per i sensi che la percepiscono, epifania insostenibile.

[Claudio Magris, "Assirtidi" in Microcosmi]

giovedì 4 agosto 2011

Solletico

(Dice Nori che Deleuze ha scritto che Spinoza sostiene che il solletico sia) "Una gioia locale".