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lunedì 3 ottobre 2016

Gemütlichkeit

[ɡəˈmyːtlɪçkaɪt]
Sensazione o atmosfera di intimità, calore, amicizia.

domenica 13 luglio 2014

Gradiente termico verticale

"Il gradiente termico verticale è il valore (o tasso) con cui cambia latemperatura dell'aria al variare della quota.
In atmosfera standard equivale a −6,5 °C ogni 1 000 m, ma in realtà può discostarsi molto da questo valore a seconda delle condizioni atmosferiche e del luogo considerato; può crescere molto in presenza di regimi turbolenti dell’aria o in presenza di forte riscaldamento del suolo.
Se il valore è superiore a 10 °C ogni 1 000 m (1 °C/100 m) l'aria è instabile (succede in caso di temporali)."
Cosí wikipedia, passim.
Quindi, in caso di temporale, salendo di 3.000 metri la temperatura può scendere anche di 30°C.
Ecco. Oggi ho imparato questo.
E anche, forse, qualcosa sul mistero; e sul significato che una vita acquista a seconda del momento e del modo in cui finisce.

lunedì 22 agosto 2011

Giappone

More about Il paese delle nevi
Yasunari Kawabata, Il paese delle nevi

A inizio lettura ho creduto che fosse necessario qualche accenno alla cultura giapponese, per cominciare a collocare narrazione, personaggi, atmosfere. Illusa! Come se per avvicinarsi a qualcosa di così lontano, e così diverso, e soprattutto così complesso, potesse bastare qualche pennellata di colore qua e là...
No, niente da fare: per dire la mia sul significato dell'uso dei colori, per azzardarmi a interpretare gli stati d'animo inespressi e quelli che a volte prorompono, per tentare un'interpretazione quale che sia, ho strumenti inadatti, spuntati, rozzi. Mi muoverei come il famoso elefante (...) in cristalleria, farei uno scempio di quanto di delicato e sospeso c'è in questo romanzo - ed è molto.
Candidamente mi aspettavo che alla fine i nodi si sarebbero sciolti, che come in un giallo tascabile il Narratore ci avrebbe rivelato di che natura fosse il legame tra Komako, Yoko e Yukio, se davvero la giovane fosse pazza e perché, o se invece la pazza –per amore?- non fosse piuttosto Komako stessa, e poi che cosa sia realmente questa pretesa pazzia… Invece, niente. Yukio è morto, morta è la maestra di piano, e mai Komako è stata al cimitero a visitarli. E’ grave, questo? E’ ammissibile, nel Giappone del secolo scorso? Morirà Yoko, e qualcuno sembrerà soffrire…
Bianca la neve, bianco il colore del lutto, bianchi i freschi tessuti estivi. Rossi il fuoco, l’acero in autunno, l’orlo del sottokimono di Komako: qualcosa a che fare con il colore nuziale? Chi sa.
La fisicità di Komako poi è così diversa da quella che impariamo a immaginare osservando le immagini di geisha, si tratti di antiche incisioni o moderne fotografie. La si pensa donna immobile, raffinata, dall’estetica impeccabile; invece Komako fuma, beve molto, spesso si aggrappa a un braccio o cade malamente addosso a Shimamura, gli si presenta in camera di notte, ride e piange in maniera sguaiata. Di che si tratta? Umori volubili normali in una ragazza di vent’anni… o forse è altro? Forse è errata l’immagine di geisha costruita fino ad or, ed è più corretta questa? Giovane donna sola, con un traballante progetto di vita; donna a tratti seducente, invitante, ad altri in fuga, capace di atti sensuali come un rapido morso, e di scene isteriche e apparentemente insensate. Cosa va attribuito al suo personaggio, cos’altro semplicemente al ‘tipo’?
E il treno? Quanti treni nella letteratura giapponese.  Treni che partono verso il cielo, treni che deragliano, treni nel silenzio e treni nel chiasso della metropoli, treni che attraversano gallerie e fondali marini, treni antiquati e treni-proiettle… E questo? Il treno che porta Shimamura al Paese delle nevi, e poi inesorabilmente lo riporta al suo Altrove, che treno sarà? A quali altri treni vorrà alludere? Quali treni avrà generato a sua volta?
E il caldo, il freddo. E la presenza e l’assenza del sesso… e gli insetti, questo continuo ronzio di tarme, falene, bachi, un fastidio incessante, una continua agonia… perché?

Basta con le domande. La lettura di questo romanzo ne ha sollevate moltissime, ed è un suo grande merito. Kawabata Yasunari, affascinato dall’Occidente, ci regala un ritratto delicato e profondissimo del suo Paese. Senza aver affrontato la lettura agostana del suo Paese delle nevi, difficilmente saprei ora che esistono gli onsen (dove è preferibile non presentarsi se si è tatuati) e le relative onsen-geisha, con caratteristiche diverse dalle geiko tradizionali. Non saprei cos’è un kotatsu, né che esiste una carpa il cui nome significa rosso-bianco (carpa koi della varietà Kohaku). Non avrei idea di come si indossa un kimono, e che esista anche un sottokimono più facile da lavare, e che si chiami (ma non sempre) juban e che possa essere portato da donne e da uomini, e che nelle donne il suo colore possa indicare lo stato di maiko (se rosso) o di geiko (se bianco); e che il passaggio da uno stato all’altro abbia anch’esso un nome, mizuage… Non saprei nemmeno del rapporto tra Yasunari Kawabata e Mishima Yukio, né del suicidio di entrambi.
Ma da raccogliere frammenti di una cultura, a sbilanciarsi nell’interpretazione di un romanzo breve e complesso come il Paese delle nevi, ce ne passa… perciò mi fermo qui, tanto più che è finita ora anche la Storia di erbe fluttuanti (http://tinyurl.com/3d4mdmg) che scorreva muto in sottofondo, ad arricchire di immagini questo paese di fantasia che rimane tuttora ai miei occhi il Giappone.


Approfondimenti in:

http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3172847
http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3173328
http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3173714

martedì 21 giugno 2011

Parole nuove - Giochi di parole

... [parola] che doveva essere già sul punto di bussare alle porte, con quell'aria falsamente distratta che hanno le parole nuove, chiedendo di farle entrare.

- - -

Non sono in grado di seguirti in questi tuoi giochi di parole, Non sono io che gioco con le parole, sono loro che giocano con me.


[José Saramago, Il viaggio dell'elefante]

venerdì 25 febbraio 2011

Grigio

Passeggiare nel memoriale dell’olocausto verso il tramonto, scendere tra i blocchi sempre più alti, sempre più cupi. Tutto è così grigio che pare di essere morti.

sabato 15 gennaio 2011

Glossario tanguero

venerdì 30 luglio 2010

Giòco

Oggi ho scoperto www.dizionario-italiano.it 
E' nuovo, almeno per me che non l'avevo mai visto; e il commento che sorge è: FINALMENTE!!!


Lo metto subito alla prova con una parola impegnativa.
Voglio vedere se mi parlerà di divertimento; di rischio; della necessità di mettersi in gioco, se davvero ci si vuole "divertire" (poi, del divertimento torneremo a parlare più avanti). Voglio vedere se mi ricorderà che per poter giocare è necessario che ci siano disequilibrio, distanza, differenza; che ci sia gioco, appunto, spazio per muoversi, margine, non perfetta coincidenza.


Vediamo allora cos'è il gioco, secondo il dizionario che ho appena scoperto:





sm - l'atto, il modo del giocare
Naturalmente. Quasi tautologico.

sm - esercizio di forza o di destrezza
Il gioco delle tre carte? Un gioco di potere?

sm - quanto è necessario per giocare (carte, pedine, attrezzi, ecc.)
E va bene: il gioco dell'oca, il gioco degli scacchi.

sm - la partita e anche la posta d'essa
Ecco, qui comincia a diventare più interessante...

sm - nei giochi di carte, la situazione in cui si trova il giocatore
Non gioco a carte. Dovrei?

sm - in certi sport, specialmente nel tennis, ciascuno dei periodi in cui è suddiviso l'incontro
E di qui... passo la palla.

sm - [in senso figurato] azione o circostanza che implica incertezza e rischio
Finalmente cominciamo a fare sul serio! Ovvero... a divertirci. Evviva i sensi figurati, evviva il rischio.

sm - [in senso figurato] interesse, vantaggio
Questo gioco... mi fa gioco.

sm - [in senso figurato] scherzo, celia
E non prenderti gioco di me! Chiaro? Si, si... dico a te, hai capito benissimo!

10 sm - [in senso figurato] beffa, scherno
...devo ripetere?

11 sm - [in senso figurato] finzione, artificio
'tanto, è solo un gioco... no?

12 sm - il piccolo spazio compreso tra le superfici affacciate di due elementi meccanici accoppiati
Eccolo!!! Ecco il significato che cercavo. Sta tutto qui. Per giocare insieme, è necessario essere diversi.
www.dizionario-italiano.it... promosso!


martedì 23 giugno 2009

GAS

"I Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita. Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un'economia che metta al centro le persone e le relazioni.": così recita la home page di ReteGas.
Un po' più fredda, ma comunque precisa, la Finanziaria 2008 che li riconosce: "Sono definiti «gruppi di acquisto solidale» i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita."

Dopo qualche mese di vita in provincia - da oggi ci proviamo anche noi.