martedì 29 maggio 2012

Epifania


Epifania è una parola molto forte per me, molto radicata, al punto che stento sistematicamente a ricordare il nome di Eveline, e finisco per chiamarla Epiphany. L'alba, la nave che parte, la libertà e la vita vera a un passo: e lei che capisce e sceglie, e rimane a terra.
Un momento di illuminazione che proietta luce e senso sul passato e sul futuro: questa favola bella mi sono lasciata raccontare, nella lettura e nella vita.
[Non ricordavo affatto quale fosse la destinazione della nave; leggo ora che partiva per Buenos Aires, e credo sia un dettaglio che non dimenticherò facilmente].
Ma nemmeno questo ci concede, il nostro: nemmeno di credere ancora in Joyce.
Implacabile, implacabile.
"In realtà, le epifanie autentiche sono estremamente rare. Nella vita adulta contemporanea, maturazione e acquiescenza verso la realtà sono processi graduali, incrementali e spesso impercettibili, non dissimili dalla formazione di un calcolo renale".
Nientemeno!!
"Di solito è soltanto nelle rappresentazioni teatrali, nell'iconografia religiosa, e nel <> dei bambini che il frutto dell'intuizione è compreso in unico lampo accecante".
Ma allora com'è che leggere queste righe, proprio in "un unico lampo accecante" ha messo in discussione anni di letture e riletture?
DFW dice, e nel dire contraddice; e mi lascia tanto, tanto, tanto stanca...



[leggendo David Foster Wallace, Brevi interviste con uomini schifosi]

mercoledì 16 maggio 2012

Ritmi

"I ritmi sono rapporti fra quello che credi e quello che credevi prima."
[DFW, Brevi interviste con uomini schifosi]