giovedì 14 aprile 2016

Assenza

Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera.
pag. 63
"Gli anni passano, i minuti no. Il tempo della vita vola via e insieme ti dice a ogni istante che proprio quel momento avresti voluto e dovuto passare con chi ami, quello e non un altro, non ce ne sarà un altro uguale, e allora perché non è lì, perché ti lascia nell'angolo la persona che da sola darebbe luce e forza alla tua vita, a cui vorresti affidare intera la tua? Dove altro è, e perché? Perché: questa la domanda a cui nessun libro, nessun luogo, nessun farmaco, nessun mago dà pace."
pag. 107
"La nostalgia è fisica, poi. È proprio impossibile colmare la mancanza di un corpo vivo: quell'odore, quella morbidezza della pelle, quella voce quando ti chiama."
pag. 114
"Bisogna fare pace col destino, qualunque cosa esso sia. La palla che non si inconra col piede, troppo presto troppo tardi, troppo a lungo troppo poco, disincontri, malintesi, io pensavo che tu, e invece tu, com'è possibile che non ppssiamo unire le nostre vite, per quale ragione, non vedi che è scritto, non capisci che non ci sarà mai più una perfezione come questa, che siamo proprio noi, qual è l'ostacolo, non posso credere, non posso arrendermi. Invece sì, invece sì. Bisogna arrendersi, mi dici. Più doloroso di non avere accanto chi si ama c'è solo non sapere dov'è, chi si ama. Non avere neppure il suo corpo da immaginare che cammina altrove."