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martedì 6 ottobre 2015

E' il momento di tornare in asse.
Di ritrovare un centro in me stessa.
Di smettere di guardare fuori, di misurarmi con metri altrui.
E' il momento di riacquistare un equilibrio. Di avanzare con passi sicuri. Di ancorarmi bene a terra per potermi protendere verso l'alto


Grazie a chi mi ha accompagnata e sostenuta in questi mesi, e grazie anche a chi, ancora una volta attraverso il tango, mi ha ricordato che esisto.

lunedì 10 novembre 2014

Tango

tango
(tango, tangis, tetigi, tactum, tangĕre)
verbo transitivo III coniugazione

1 prendere, toccare
2 sottrarre, rubare
3 percuotere, battere, colpire, colpire a morte
4 ammaliare, sedurre, far colpo
5 (di mari, fiumi e corsi d'acqua in generale) toccare, bagnare
6 (in senso figurato) emozionare, turbare, alterare, commuovere, toccare
7 (in senso figurato, di un argomento) toccare, abbordare, trattare
8 (in senso figurato) imbrogliare, raggirare, ingannare, truffare
9 (in senso figurato) schernire, offendere, insolentire, insultare, infastidire
10 degustare, assaggiare
11 confinare

martedì 12 novembre 2013

Orango

martedì 7 agosto 2012

Soltàr

soltar "tr.-prnl." Desatar o desceñir.Desasir [lo que estaba sujeto].Dar salida [a lo que estaba detenido o confinado].esp. Dar libertad [al que estaba detenido o preso].Evacuar [el vientre] con frecuencia."tr." Romper en una señal de afecto como [la risa, el llanto]."fam."Decir."prnl." "fig."Adquirir agilidad en la ejecución de las cosas."p. ext."Abandonar el encogimiento, dándose a la desenvoltura.Con la prep. a, empezar a hacer algunas cosas, como andar, hablar, etc.V. conjugación (cuadro) [5] como "contar".

martedì 29 maggio 2012

Epifania


Epifania è una parola molto forte per me, molto radicata, al punto che stento sistematicamente a ricordare il nome di Eveline, e finisco per chiamarla Epiphany. L'alba, la nave che parte, la libertà e la vita vera a un passo: e lei che capisce e sceglie, e rimane a terra.
Un momento di illuminazione che proietta luce e senso sul passato e sul futuro: questa favola bella mi sono lasciata raccontare, nella lettura e nella vita.
[Non ricordavo affatto quale fosse la destinazione della nave; leggo ora che partiva per Buenos Aires, e credo sia un dettaglio che non dimenticherò facilmente].
Ma nemmeno questo ci concede, il nostro: nemmeno di credere ancora in Joyce.
Implacabile, implacabile.
"In realtà, le epifanie autentiche sono estremamente rare. Nella vita adulta contemporanea, maturazione e acquiescenza verso la realtà sono processi graduali, incrementali e spesso impercettibili, non dissimili dalla formazione di un calcolo renale".
Nientemeno!!
"Di solito è soltanto nelle rappresentazioni teatrali, nell'iconografia religiosa, e nel <> dei bambini che il frutto dell'intuizione è compreso in unico lampo accecante".
Ma allora com'è che leggere queste righe, proprio in "un unico lampo accecante" ha messo in discussione anni di letture e riletture?
DFW dice, e nel dire contraddice; e mi lascia tanto, tanto, tanto stanca...



[leggendo David Foster Wallace, Brevi interviste con uomini schifosi]

lunedì 23 aprile 2012

Nostalgia del Tango

Grazie all'amico che mi ha fatto ascoltare questo sorprendente pezzo pieno di contaminazioni, 'sporco', e insieme così puro. Il video è di troppo; molto meglio chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla musica. Immagino che da ballare sia incredibile, solo ad esserne davvero capaci.




domenica 18 settembre 2011

Dublino - Tango Milonguero

domenica 4 settembre 2011

Giros

Mirada y Cabeceo: il galateo del tango



Nella maggior parte delle milongas di Buenos Aires esiste un codice comportamentale da rispettare (mirada e cabeceo), un vero e proprio galateo del tango.

Mirada: la mirada è lo scambio di sguardi tra uomo e donna, con i quali ognuno cerca di far capire all’altro che gli farebbe piacere ballare assieme. Una volta che l’uomo è certo che la mirada sia rivolta a lui, mette in atto il cabeceo.
Cabeceo: piccolo movimento con la testa con il quale l’uomo invita la donna a ballare. Si tratta di un’usanza ancora presente nelle milonghe tradizionali, che permette all’uomo di invitare una dama a distanza, senza quasi farsi notare, dopo essersi assicurato che la donna stesse guardando proprio lui (mirada).

Se mirada e cabeceo sono andati a buon fine, l’uomo si alza e procede nella sala in direzione della donna. La donna, si alza anche lei e si avvicina all’uomo in attesa dell’abbraccio di ballo. Al primo brano della tanda l’uomo cinge la donna e inizia a ballare. E’ usanza a Buenos Aires, tra un brano e l’altro, fare dieci o quindici secondi di conversazione e di convenevoli e poi si riprende a ballare, tutti insieme come per magia. Questo è l’unico vero momento di socialità in milonga, infatti subito dopo la tanda si rientra ai propri posti di “mirada”.
Naturalmente tutto ciò richiede una disposizione particolare nelle milonghe. Cioè gli uomini si siedono da una parte e le donne da una parte della sala (solitamente frontale) in modo da rendere facile la mirada. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale la tanda e la cortina. Finita la tanda ( 3 o 4 brani di tango rigorosamente della stessa orchestra e dello stesso periodo musicale), scatta la cortina l’uomo accompagna la ballerina quanto più possibile in prossimità del suo posto a sedere e si riparte per una successiva mirada.
La mirada è veramente “mirata”. Bisogna puntare lo sguardo verso un’unica dama e valutare rapidamente se è interessata, altrimenti si orientano le attenzioni altrove. Tutto questo succede in pochi secondi perché è inutile mirare chi non ha intenzione di dirigere il proprio sguardo verso qualcuno. Si può mirare, e fare cabeceo, anche tra un brano e l’altro della tanda.
A Buenos Aires se un ballerino si siede in coppia c’è un motivo ben preciso che va rispettato, vuol dire che i due hanno scelto di ballare insieme per tutta la serata. Le coppie invece che si recano in milonga per ballare con altri si siedono rispettivamente uomini con uomini e donne con donne. Ed è per questo che nelle milongas esistono tre settori: uomini, donne e coppie. Anche tra ballerini che si conoscono bene, se seduti in modo convenzionalmente separati, va rispettato il codice “mirada y cabeceo”, al massimo è concesso un rapido e frugale saluto prima di raggiungere il posto assegnato e, solitamente, prenotato.


[tratto da: www.neotango.it]

sabato 11 giugno 2011

Palpeggiàre

- [...] Durante i tanghi veniva spenta l'illuminazione elettrica e restavano accese soltanto due grandi lampade di alabastro negli angoli, con una luce rossa...
- Oh, non mi piace granché, fa molto dancing.
- Oggi si usa così dappertutto, pare; le signore adorano lasciarsi palpeggiare a ritmo di musica... La cena, naturalmente, servita ai tavolini...

[Irène Némirovsky, Il ballo]

Poi una si chiede perché il tango abbia una cattiva fama....

mercoledì 6 aprile 2011

Improvvisazione

L'improvvisazione nella danza funziona in un certo senso come nella musica. E il genere musicale che ha portato questa esperienza alla sua massima espressione è senz'altro il jazz, che costituisce oggi in questo campo un modello ineguagliato e quindi l'inevitabile punto di riferimento. Terreno di vertiginose scoperte, ma anche di rischi funambolici, è proprio il jazz che insegna quanto l'improvvisazione pura in fin dei conti non esista. S'improvvisa sempre a partire da qualcosa, da alcuni schemi ben definiti e da materiali preesistenti. E questo dovrebbe bastare a scoraggiare chi crede nell'onnipotenza della creatività istintiva.

[Haim Burstin, Il tango ritrovato]

domenica 3 aprile 2011

Il tango ritrovato

More about Il tango ritrovato Rispondendo all'autore dirò: Si, ancora un libro sul tango.
Un libro interessante, a tratti avvincente, capace di incuriosire e forse di avvicinare al tango chi già non lo balla, e per chi frequenta le milonghe di ripercorrerne luoghi, abitudini e vezzi. Come altri libri sul tango, nasce dichiaratamente dalla volontà di condividerne il piacere, forse di diffonderlo, e dal tentativo -senza speranza- di spiegare una passione.

L'attenzione all'improvviso si ridesta davanti al capitolo V. Dentro la danza. Qui si trova esattamente quanto il lettore cercava fin dalle prime pagine, e forse da quando ha scelto di leggere il suo primo libro sul tango: certo non una spiegazione, ma almeno una descrizione attenta degli atti, delle sensazioni e soprattutto dei delicatissimi equilibri che reggono la coppia di tangueros e la accompagnano, facendo sì che una tanda diventi qualcosa di unico, o di banale. Burstin, guidandoci con grazia nell'intimità della pareja, sfata il luogo comune che vuole l'uomo determinato e quasi brutale, e la donna subalterna e semplice esecutrice; e sposta l'attenzione sulla necessaria sintonia, sulla complementarietà dei loro ruoli e sull'incontro vero e intenso che può nascere, o non nascere, nei pochi minuti di una tanda. Responsabilità, fiducia, disponibilità: questi i termini che meglio riassumono il breve ed efficace percorso di Burstin nei pochi centimetri che separano, e uniscono, i due ballerini: perché "Senza una forte reciprocità non c'è coppia e non c'è tango". Leggiamo, e ci pare di sentirlo, l'abrazo avvolgente, comodo o impegnativo, ci sembra di poter sentire il "dialogo sottilissimo" che scorre ininterrotto senza che si pronunci una sola parola; di capire finalmente la "relazione raffinata" tra i tangueros. Un ruolo maschile forte e chiaramente esercitato, una mujer di temperamento capace di ispirare l'uomo e la sua creatività: ed ecco la danza diventa intimità, le pause dense di significato e di attesa, l'intensità si lega al movimento fluido; e si spiega come il tango sia arte.

sabato 12 marzo 2011

Tango cabaret

Tango è silenzio e dialogo muto.
A volte però anche una risata...


sabato 5 marzo 2011

Traspié

Si può ballare un vals con traspié?
Nel dubbio, intanto ci provo; e funziona...

domenica 20 febbraio 2011

Nell'abbraccio del tango

More about Nell'abbraccio del tango
Lo stile scolastico di Elisabetta Muraca non incoraggia la lettura: l'introduzione induce ad attendersi di leggere un trattatello di psicologia del tango; la trascrizione letterale di conversazioni email e interviste, compresi saluti e reciproci rituali complimenti, ha qualcosa di ingenuo e di indiscreto; e troppe volte l'autrice cita se stessa, vezzo discutibile anche nel caso di grandi autori. Il libro prende quota lentamente, dai capitoli iniziali decisamente faticosi agi ultimi, più sciolti e scorrevoli.


"Nell'abbraccio del tango" sembra soffrire di un'identità incerta: non è un manuale di psicologia, non è un testo letterario né ha nulla di poetico; ma per chi conosce ancora poco il tango, i capitoli centrali -Dove? Chi? Come?- sono un buon manuale di istruzioni per avvicinarsi alla milonga portena e ai suoi codici, ancora poco noti e niente affatto in uso in Italia. Piacevoli sono anche i ritratti di qualche vecchio milonguero; e la trascrizione dei testi di alcuni classici, con traduzione a fronte.
Molto interessante il paragrafo intitolato "Il tango è maschilista?", che affronta brevemente una domanda che ricorre fuori e dentro le milonghe (soprattutto fuori), proponendo una risposta originale, in chiave politeista.

Conclusa la lettura, estirpato con l'ultimo capitolo ogni residuo desiderio di tango nuevo, rimane su tutte una frase: Per fortuna c'è sempre un tango in cui nascondersi... [p.152]

mercoledì 16 febbraio 2011

Retrotàngo

Questa è una parola che ancora non esiste.


O meglio: ormai tutto esiste, perciò quasi certamente qualcuno ne avrà già fatto uso. Se non sbaglio, Retro Tango è anche il nome di un gruppo di tango nuevo di Montevideo. E poi c'è il Tango rétro, un po' il contrario del tango nuevo...


Ma Retrotàngo è per me una parola tutta nuova, inventata da un certo amico lettore che cerca di capire cosa ci sia "dietro" il tango: cosa pensi, cosa legga soprattutto, magari poi perfino come viva chi, quando si fa sera o notte, desidera cerca e anela a una milonga.


Retrotàngo mi sembra una bella idea, e una bellissima parola. Quadrisillaba, piana; come la prima parte di una base, l'inizio del primo tango della tanda, quando ci si avvicina, si comincia appena a conoscersi, si prendono le misure. Retro: all'indietro, come quasi tutti i passi della donna. E anche un po' rétro, come un buon tango milonguero, abbraccio stretto, ascolto di respiri, leggermente fuori moda come El Choclo in una versione del 1929, appena  più ritmato di quanto ci si aspetterebbe.


domenica 6 febbraio 2011

Buenos Aires café

More about Buenos Aires cafè
Cosa ci si aspetta da un libro fotografico intitolato "I caffè di Buenos Aires"? Evidentemente, delle foto dei caffè di Buenos Aires: vecchi tavoli con vecchie bottiglie, tazze usate, specchi consunti, sigarette di personaggi pensosi e assorti, e poi naturalmente tacchi, gambe, schiene nude, giovani donne abbracciate da uomini rugosi. Poi magari un po' di contesto, strade e palazzi scalcinati, qualcosa su Plaza de Mayo, improbabili botteghe.
Bene: c'è tutto. Le foto sono belle, sporche al punto giusto, ben impaginate, ottima carta non troppo lucida non troppo opaca, insomma davvero tutto a posto.
Poi, ci sono i testi. E qui davvero qualcosa sfugge. Pagine e pagine di diario di viaggio che non decolla, appunti personali poco o punto rielaborati, il testo non riesce a diventare interessante, a superare quanto meno l'interesse affettivo e di memoria personale che hanno tutti gli appunti di tutti i viaggi di tutti noi.
I racconti presentano degli spunti poetici; ma anche qui, è come se non riuscissero a svilupparsi, a diventare magici, o a diventare politici; rimangono abbozzi con un senso di provvisorio e di già visto.
Peccato.

venerdì 21 gennaio 2011

Colgada e Volcada

La cosa si fa seria, qui si parla di tango nuevo...
(il video non è un gran che, ma le figure sono esattamente quelle appena provate)

sabato 15 gennaio 2011

Glossario tanguero

domenica 14 novembre 2010

Boleo