domenica 20 febbraio 2011

Nell'abbraccio del tango

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Lo stile scolastico di Elisabetta Muraca non incoraggia la lettura: l'introduzione induce ad attendersi di leggere un trattatello di psicologia del tango; la trascrizione letterale di conversazioni email e interviste, compresi saluti e reciproci rituali complimenti, ha qualcosa di ingenuo e di indiscreto; e troppe volte l'autrice cita se stessa, vezzo discutibile anche nel caso di grandi autori. Il libro prende quota lentamente, dai capitoli iniziali decisamente faticosi agi ultimi, più sciolti e scorrevoli.


"Nell'abbraccio del tango" sembra soffrire di un'identità incerta: non è un manuale di psicologia, non è un testo letterario né ha nulla di poetico; ma per chi conosce ancora poco il tango, i capitoli centrali -Dove? Chi? Come?- sono un buon manuale di istruzioni per avvicinarsi alla milonga portena e ai suoi codici, ancora poco noti e niente affatto in uso in Italia. Piacevoli sono anche i ritratti di qualche vecchio milonguero; e la trascrizione dei testi di alcuni classici, con traduzione a fronte.
Molto interessante il paragrafo intitolato "Il tango è maschilista?", che affronta brevemente una domanda che ricorre fuori e dentro le milonghe (soprattutto fuori), proponendo una risposta originale, in chiave politeista.

Conclusa la lettura, estirpato con l'ultimo capitolo ogni residuo desiderio di tango nuevo, rimane su tutte una frase: Per fortuna c'è sempre un tango in cui nascondersi... [p.152]

2 commenti:

  1. ho letto il libro ai miei primi passi di tango, quando la domanda frequente (tipica del maschio/portatore), dopo avere indovinato una salida e un ocho adelante era: e ora che le faccio fare ?
    è, appunto, un libro da primi passi;
    c'è tanta musica e tanto danzare dopo averlo letto; da scoprire tangando, perchè il libro non lo racconta;
    ho trovato utile l'aspetto informativo: le sommarie notizie storico/politiche sulle origini e sulle orchestre; le traduzioni di alcuni testi sono certamente utili, anche perchè non è facile trovarle;

    il libro ha però un grande merito: è il frutto di un'appassionata ballerina che ha scoperto il tango; è un libro che tutti noi avremmo potuto iniziare a scrivere, però ci manca la penna giusta per farlo; un pò come i meravigliosi tanghi di gianmaria testa, anche lui appassionato al tango: tutti noi potremmo scriverli, ma ci manca la voce giusta.
    La Muraca ha avuto le doti e la pazienza per farlo, e gliene siamo grati.

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  2. Mi era rimasto un dubbio: questo libro va tra le letture o tra i volumi da consultare periodicamente?
    A questo punto lo metto tra quelli da consultazione; poi, tra molte serate, se ne riparlerà.

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