martedì 14 aprile 2009

Silenzio

Il glossario di bordo tace da un po' ma, anche se in trasferta non può contare sul fido Zingarelli 2005, anche a occhio - anzi, a orecchio - sa che il silenzio è assenza di rumore; a parte forse in un caso, quello dell'uso militare della parola, in cui silenzio significa il suono di una tromba.

In questi giorni, si è molto sentito parlare di silenzio: quello che segue il crollo, quello che precede il coro con cui chiamare chi forse è ancora sotto le macerie, quello che è dovuto alle vittime, quello di chi non ha più niente da dire. A tanto parlar di silenzio aggiungo il mio ammutolimento davanti alla pubblicazione del database delle vittime del terremoto d'Abruzzo: ordinabili per cognome, a verificare quanti di una stessa famiglia se ne siano andati; per data di nascita, a indagare chi fosse il più giovane e chi il più vecchio, se sia più insensato andarsene di pochi giorni o di cento anni; per luogo d'origine, così da permetterci di immaginare vite che non si sono mai spostate da un paese minuscolo e altre che erano partite per cercare di costruire qualcosa di diverso; per sesso, a contare se il terremoto abbia mietuto più tra gli uomini o tra le donne. E poi il campo "ricerca", per far provare il brivido del gioco d'azzardo a chi vorrebbe rintracciare amici e conoscenti, e spera solo che l'esito sia "nessun risultato".

Trovo che tutto questo sia osceno, forse più delle miriadi di fotografie che ci mostrano dolori privati e momenti che dovrebbero essere intimi. O forse altrettanto, se non perché alle foto ormai siamo abituati. E intanto, i tg si vantano dell'audience.

Troppo chiasso; meglio tacere.

mercoledì 1 aprile 2009

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Il buon vecchio Zingarelli 2005 qui non arriva, e come potrebbe? Passa direttamente da fàce a facèlla; RIP.

Alllora, la migliore definizione? E' un collage, metà dell'ex ministro Gentiloni e metà del mio amico Stefano:

"Arma di distrazione di massa, che unisce l'inutile al disdicevole".

E' ora!

Ora: Ventiquattresima parte del giorno medio.
Ora locale: riferita al meridiano del luogo in cui ci si trova
Ora civile: tempo medio del meridiano centrale del fuso orario dove si trova l'osservatore
Ora solare: calcolata in base al passaggio del Sole sul meridiano centrale del fuso orario
Ora legale: ora media determinata dal governo per ogni nazione
Ora canonica: ciascuna delle ore della giornata destinate dai canoni agli atti liturgici. (est.) il momento opportuno.

A proposito dell'articolo del manifesto del 28 marzo sull'ora di religione... magari a qualcuno può sembrare che si esageri, che i casi citati siano eccezionali. E invece no. Altrimenti non sarebbero successe, anche a noi, tutte le stesse cose.
  1. "Così capita che i docenti rassicurino i dubbiosi dicendo: «Faremo solo canti di pace, non vi preoccupate»." A noi hanno detto che avrebbero insegnato solo i valori universali. In che senso, universali? Creazione, cacciata dall'Eden, la-chiesa-casa-di-Gesù...

  2. "La maestra ha spiegato che c'era un solo bambino musulmano che non si avvaleva. [...] la maestra ha detto che era meglio che la bambina facesse religione per non restare isolata dai compagni. " Così, anche noi. Uguale. Ugualissimo. Con la differenza che abbiamo comunque barrato la casella NO.

  3. "...mio figlio ha fatto religione e anche gli altri che, come lui, non avrebbero dovuto farla. E' successo che nessuna insegnante, compresa quella di religione, si è accorta del fatto che in classe durante l'ora di religione c'erano anche i bambini che avrebbero dovuto essere esentati. Ho scoperto tutto solo alla festa di fine anno, quando l'insegnante mi ha messo in mano il quaderno di religione di mio figlio...". Noi ce ne siamo resi conto la volta che la bimba è arrivata a casa cantando "Io ho un amico che mi ama, il suo nome è gesù".

  4. "Farebbe scandalo e si creerebbe un caso se una scuola organizzasse in modo strutturato l'ora alternativa e desse dei progetti concreti ai genitori. Eppure basterebbe che dicesse: «Per chi non si avvale della Irc, ci sarà un corso di teatro con spettacolo a fine anno, oppure una storia del cinema per bambini o un corso di rime per testi rap». Macché. Cosa si fa? Non si sa! Per una sorta di tacito accordo, l'ora alternativa è un'ora di ciondolamento se non proprio di discriminazione. L'importante è che non sia attrattiva, questo è imperativo per le gerarchie ecclesiastiche. Non deve suscitare interesse nei bimbi che fanno l'ora di religione cattolica. Se fosse un'ora di laboratorio intelligente al momento di dividere la classe qualcuno potrebbe dire: «Pure io voglio fare l'ora alternativa». Questo non deve succedere. Deve valere il contrario. I bimbi che non si avvalgono devono avere qualcosa di meno." Di fronte alla nostra proposta di fare del volontariato, offrendo delle attività strutturate (presentare le figure della mitologia classica, raccontare le avventure di Orlando...) ai bambini che 'non si avvalevano', ci è stato risposto che proporre un'iniziativa interessante avrebbe potuto indurre altri a scegliere di non partecipare all'ora di IRC (Insegnamento della Religione Cattolica). Pertanto... no.

Insomma: è tutto banalmente vero. E allora, forse, è ora, di cambiare.