lunedì 29 agosto 2011

Passione

More about Il calore del sangueIrène Némirovsky, Il calore del sangue


"Nell'amore coniugale c'è una potenza sovrumana."
La Némirovsky sembra crederci, sembra voler ribadire una volta di più l'esistenza di quella pace dei sensi che dovrebbe subentrare, a un certo punto della vita, alle passioni che scuotono l'animo e la carne.
Nuovamente delusa, prendo atto. Ma siamo solo a pagina 37, e questa volta molto deve avvenire.

Ho capito, ora, l'entusiasmo suscitato dalla scrittura di Irène Némirovsky. Scrittura fluida, che si infiltra sotto la roccia non scalfibile delle convenzioni, che lentamente scivola lungo i meandri sotterranei dei sentimenti nascosti e poco, poco alla volta li consuma, fino ad estenuarli.
Goccia dopo goccia, le pagine di questo romanzo scavano sotto la superficie dell'idillio rurale, ci accompagnano fino al cuore della passione, al fuoco sepolto giù, in fondo.

Non è Colette la protagonista del Calore del sangue. Non è Silvio, o Sylvestre. E nemmeno la selvaggia e fiera e inquieta Brigitte.
Ma piuttosto la coppia apparentemente indistruttibile e perfetta, Hélène e François, l'Amore Coniugale. Che si sgretola in un momento appena il fiume bollente e sotterraneo riemerge portando con sé ricordi di vita vera.

La pagina citata sempre, da tutti, è sempre la stessa; e nemmeno io mi esimo dal riprenderla:
"In fin dei conti, se il dilemma è: 'Chi conosce la donna autentica, l'amante o il marito? Sono davvero così diverse l'una dall'altra? O sono forse sottilmente mescolate e indistinguibili? O sono plasmate con due sostanze che unite ne generano una terza, non più somigliante ad alcuna delle precedenti?', forse allora né il marito né l'amante conoscono la donna autentica. Eppure, è la donna più semplice che ci sia."

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