martedì 2 agosto 2011

Petrolio, o della Bruttezza. E della Verità.

Fondamentalmente la petroliera era una fabbrica galleggiante, e più che introdurmi a una vita esotica e smargiassa, mi insegnò a vendermi come operaio dell'industria. Adesso ero uno fra milioni, un insetto che sgobbava al fianco di innumerevoli altri insetti, e ogni mansione che eseguivo rientrava nel grande, opprimente sistema del capitalismo americano. Il petrolio era la fonte primaria della ricchezza, la materia grezza che alimentava la macchina del profitto e la teneva in corsa, e io ero soddisfatto di trovarmi dove mi trovavo, ero grato alla sorte di avermi catapultato nel ventre della belva. [...]
La bruttezza era così universale, così profondamente insita nell'accumulo di denaro, e nel potere conferito dal denaro a chi se ne arricchiva - al punto di deturpare il paesaggio, di sconvolgere il mondo naturale - che a denti stretti incominciai  a rispettarla. Vai al fondo delle cose, mi dicevo, e l'aspetto del mondo è questo. Per male che se ne potesse pensare, quella bruttezza era la verità.

[Paul Auster, Sbarcare il lunario]

Nessun commento:

Posta un commento