domenica 1 marzo 2009

Abnegazione (traslochi e residenze)

La parola proposta oggi dal dizionario Zanichelli è abnegazione; ma non mi ci riconosco, e preferisco divagare sul tema del traslòco, "Complesso di operazioni relative al trasporto di mobili, masserizie, e sim. e alla loro sistemazione in una nuova casa o in un'altra sede: è stato un t. faticoso".

Il mio Zingarelli 2005 è appena uscito da uno scatolone, uno dei 100 contenenti libri che abbiamo traslocato. Un'altra cinquantina di scatole di masserizie, e il gioco è fatto: si arriva nella nuova casa, o sede, e si incomincia ad aprire le scatole. In genere, prima di cominciare ci si è proposti di approfittare dell'occasione per sfoltire, buttare, fare pulizia; spesso non ce n'è stato il tempo, oppure al momento buono non ce la siamo sentita, e abbiamo rimandato la decisione di staccarci da un mazzolino di fiori secchi, da quel vassoio mai usato regalo di un parente lontano, dal maglione ormai logoro a cui siamo affezionati. Apriamo le scatole, e tutti i nodi vengono al pettine.

Dopo alcuni giorni di polvere, tagli sulle mani e autoreferenziale attenzione ai nostri oggetti e ai nostri affetti, sorge un grande desiderio di uscire, di tornare nel mondo, magari di scoprire cosa ci sia fuori dalla nuova casa e di crearci una nuova appartenenza. E così, ligi alla legge e alla burocrazia, andiamo all'anagrafe a chiedere la residènza, "Luogo dove si risiede: cambiare spesso r.; fissare una r. stabile / (bur.) Il luogo dove una persona vive abitualmente, indicato nei registri dell'anagrafe comunale: comune di r.; Enrico ha trasferito la r. da Torino a Bologna. CFR. Domicilio, dimora".
Diligentemente, confrontiamo con domìcilio, "Luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi / Residenza anagrafica / Eleggere d., stabilire con atto scritto un domicilio speciale / D. volontario, d. elettivo, quello scelto liberamente dal soggetto [...]".

O dunque?

Ho chiesto di avere la residènza nell'appartamento dove si trovano i miei mobili, le mie masserizie, dove dormo la notte con tutta la mia famiglia, e dove mi auguro di rimanere per un tempo congruo. Questo appartamento si trova di fronte ad un altro, di nostra proprietà, dove mio marito già risiede, visto che in questa città ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi, da ormai 24 anni. Tutti i suoi affari e interessi, e ora anche la famiglia: ma visto che siamo in quattro, i suoi 40 metri quadri da scapolo non bastano, e ci allarghiamo all'appartamento di fronte. Qualcuno ci vede del male? Del dolo? Della malversazione?

Bene: avremo un accertamento fiscale, perché non potendo presentare all'anagrafe una sentenza di separazione legale (....????) non è ammesso che due coniugi non risiedano allo stesso indirizzo. Separazione? Ma se, dopo anni, stiamo finalmente mettendo su casa insieme! Ma allora, prima cos'eravamo? Conservando residenze diverse abbiamo fatto due figli, e nessuno ci ha mai degnato di una qualsiasi detrazione, chessò, sulle tasse di iscrizione al nido, riduzione che spettava a figli di genitori conviventi ma non co-residenti, e non sposati. Contraddizione inattesa in uno stato cattolico, e pure...
Niente da fare: fino ad ora siamo subdolamente sfuggiti ad ogni legge, vivendo e lavorando prima a sei, poi a sole due ore di distanza, viaggiando a nostre spese senza bonus rimborsi o incentivi, pagando treno, benzina, autostrada, due case, doppie bollette e conti telefonici salatissimi pur di tenere in piedi una famiglia che si potesse dir tale. Ma finalmente, giustizia sarà fatta e avremo quel che ci spetta; probabilmente, non sarà un rimborso spese, né un riconoscimento pubblico per la pazienza, la tenacia e l'abnegazione.

1 commento:

  1. grande condividi tutte le viste sono molto belle e questo è dato informazioni sono utili per noi.
    Traslochi bologna

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