giovedì 25 giugno 2009

Pùbblico (I have a dream)

Aggettivo.
1. Che concerne, che riguarda la collettività: la pubblica utilità.
2. Che è di tutti: voce pubblica, opinione pubblica.
3. Che è accessibile a tutti, che tutti possono utilizzare: luogo pubblico, locale pubblico.

Sostantivo maschile.
1. Numero indeterminato di persone considerate nel loro complesso e aventi spesso interessi comuni in quanto frequentano uno stesso luogo, assistono a un medesimo spettacolo ecc: il teatro è affollato da un pubblico inquieto.
2. +Comunità, comune, stato.
3. Il settore pubblico dell'economia: la concorrenza tra pubblico e privato.


Pubblico deriva dal latino publicus , che viene da populum. Popolo.
Insomma, noi.
Vuol dire che la cosa pubblica è nostra, di tutti.

Ma allora com'è che, se dico pubblico, l'immagine che mi balena davanti agli occhi è quella di una folla azzurrina e inebetita che applaude a comando, che delega ad altri il proprio stato d'animo, le proprie opinioni, il proprio pensiero? Che fine ha fatto la responsabilità che nasce dal possedere una cosa, la cosa pubblica appunto?
Un pubblico così non è più fatto nemmeno di spettatori: perché lo spectator osserva con attenzione, è imparziale nel raccogliere le informazioni e critico nel rielaborarle; mentre questo pubblico è di bocca buona, si limita a vedere, a prendere atto, e a lasciarsi contare.

Mi piacerebbe che pubblico fosse più aggettivo che sostantivo. Mi piacerebbe che il significato "comunità, comune, stato" non fosse arcaico e in disuso. Mi piacerebbe vedere più teatri pieni di pubblici inquieti, vedere pubblico e privato concorrere, correre insieme verso un solo obiettivo. Possibilmente pubblico, di interesse comune.

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