Bambini fin troppo innocenti, fin troppo crudeli, con una consuetudine estrema con la morte, il sangue, il male; bambini che sanno provocare il dolore semplicemente immaginandolo, e che non distinguono la realtà dal desiderio.
L'effetto è trasognato, spaventoso; e irreale.
L'elogio di Calvino, l'amicizia di Borges intimidiscono, e lo sguardo acuto della Ocampo in copertina suggerisce fiducia; e pure, alla fine dei racconti, rimane il desiderio di un tono un po' più basso, quotidiano, e di uno sguardo alle reali crudeltà dei bambini veri.
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