Si comincia a leggere, ed ecco apparire uno dei mondi surreali che Murakami sa così bene evocare; ma non c'è poi abbastanza tempo per ambientarsi e cominciare a capire il luogo e le sue regole, per essere sconfessati e perdersi di nuovo, e una volta disorientati abbandonarsi alla lettura sospendendo il giudizio realistico e farsi trascinare dalla corrente... Manca insomma il bello di leggere Murakami. I racconti sembrano, tutti, abbozzi di romanzo; alcuni forse lo sono, o ne sono piuttosto il ricordo.
Curiosamente, l'ultimo racconto contiene il ritratto di un giovane scrittore incapace di affrontare la vita reale, né di scrivere altro che racconti brevi, senza respiro, senza coraggio. Per l'uomo, l'esito è felice; lo scrittore, diventa alla fine Murakami romanziere.
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