domenica 12 giugno 2011

Vendetta

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Irène Némirovsky, Il ballo

Tre personaggi:
- una madre che invecchia male, piena di rimpianti e di malevoli, patetici progetti di tradimento fine a se stesso;
- una figlia che cresce peggio, accidiosa riottosa rancorosa già da ragazzina;
- e il tempo che passa, fatto di anni o minuti che naturalmente giocano a favore della più giovane.
"All’improvviso si sentì ricca di tutto il suo avvenire, di tutte le sue giovani forze intatte": questo, l'una non lo può più pensare, sentire; e l'altra lo sa bene.
Il tentativo di fermare il momento -delicato, doloroso e impercettibile- del passaggio di consegne tra madre e figlia sembra appesantito dall'autobiografia di Irène Némirovsky, che con il racconto di una vendetta crudele si vendica a sua volta, senza peraltro salvare dalla condanna il personaggio che la rappresenta, la piccola Antoniette già tanto perfida da sorridere di soddisfazione nel grembo di sua madre in lacrime.
E' un racconto di lettura molto scorrevole, forse sopravvalutato. Ma per la stima che circonda l'autrice, prossimamente di Irène Némirovsky leggerò anche dell'altro.

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