martedì 19 luglio 2011

Alterità

More about L'uomo duplicatoJosé Saramago, L'uomo duplicato

Curioso come, in questo romanzo del 2002, manchino totalmente le tecnologie. Niente cellulari, ma segreterie telefoniche. Non dvd ma vetusti vhs. E soprattutto, niente internet, che avrebbe trasformato buona parte delle ansie e delle attese si sarebbero risolte in poche stringhe digitate in fretta, nella luce azzurra dello schermo. Tertuliano Màximo Afonso pensa, pensa soltanto, che prima o poi comprerà un computer; ma sappiamo bene che non lo farà mai.

E pure, è un romanzo moderno. Lo è nel suo disegnare impietosamente la fragile nostra identità, minacciata da ogni parte dalla sua stessa incertezza. Di cosa siamo fatti, dunque? Cosa ci distingue e ci rende unici? Forse gli oggetti di cui ci circondiamo, i luoghi nei quali ci riconosciamo, le persone? E perché poi dovremmo avere la balzana pretesa di essere unici?

Basta così poco a metterci in crisi. Basta accorgersi che l'Altro ci somiglia più di quanto ci potessimo mai aspettare, e già ce ne sentiamo minacciati. Basta che qualcuno (Tertuliano) si avvicini appena all'altro (Antònio), che questo subito si ritrae, per poi riemergere, armato, da quel se stesso in cui ha cercato rifugio. L'arma è scarica, certo. Ma è solo questione di tempo, e non lo sarà più.

Tertuliano Màximo Afonso osserva la propria immagine facendosi la barba. Si riflette, nudo e grottesco (tiene indosso i calzini!), nel suo doppio. Fantastica di vedere entrambi in uno stesso specchio. E nell'Altro vede mille altri, l'impiegato della reception, il croupier, l'impresario teatrale, e poi il marito, l'amante, l'attore, in un nevrotico dispiegamento di immagini di tutte le vite possibili, che non abbiamo vissuto e non vivremo mai.

Ancora una volta, nel dialogo aperto che Saramago intesse con il suo lettore, è la donna a portare equilibrio. Che sia madre, moglie, amante, rimane fedele alla ragionevolezza delle scelte, alla concretezza dettata dalla vita. Il senso Comune si rifiuta di procedere, non oltrepasserà la porta della nuova casa; ma è grazie alla Donna che Tertuliano ha l'occasione di una seconda possibilità, se non proprio di un riscatto.
"Perdonare non è che una parola, Le parole sono tutto quanto abbiamo".

Con semplicità, Tertuliano terrà al dito la fede che gli ha donato la sua nuova moglie. Riceverà sua madre in casa, al riparo da occhi indiscreti. Imparerà il mestiere di attore. Amerà Helena, conserverà il ricordo di Maria.
Tutto troppo prezioso per metterlo a rischio nuovamente. Quando la sua stessa voce, ancora una volta, gli telefona, non c'è margine per l'esitazione. Questa volta, l'arma sarà carica.

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