Irène Némirovsky, Il malinteso
Ha qualche incertezza, questo romanzo, qualche ripetizione, qualche immagine ridondante - tra tutte, quella delle rughe ai lati della bocca, primo segno di stanchezza, di gioventù che sfiorisce. Paga il prezzo dell'essere un'opera prima, e di essere stato scritto quasi novant'anni fa, in un tempo remoto.
"Denise non nascondeva nulla, e pertanto non aveva mistero"; e "Nella fuga di Yves vedeva soltanto quella volontà maschile che si subisce senza capire, come la volontà di Dio".
E' accaduto troppo da allora, perché riusciamo ancora ad immedesimarci nella piccola Denise, moglie madre amante, e sempre ingenua.
Le pagine però scorrono ariose, curate. Piacerebbe vederne altre, di opere prime come questa.
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