Prima di partire, Dublino è il ricordo lontano e sfocato di una città fredda anche in agosto, capitale di un paese povero dove si fa l'autostop perché non ci soldi per prendere il treno, e anche perché a volte non c'è nemmeno il treno. Dublino: scogli grigi di fronte a un mare più grigio, sotto una torre tozza e muta. Cartelli per turisti con biografie di scrittori. Lo svincolo di una superstrada che parte sussiegosa, per ridiventare tratturo appena raggiunta la campagna.
Ora, al ritorno, Dublino è assai più viva. Centro grande, persone determinate e piene di iniziativa, professionali, decise. Strade vivaci, negozi pieni di merci e di gente. Sui marciapiedi, passi veloci di chi sa dove sta andando. Servizi e istituzioni che funzionano, cultura a ogni passo. Dublino oggi: capitale di un paese che ha subito una scossa forte ma non si ferma, mantiene la direzione, e rimane ospitale e curioso e gioviale com'era.
Nessun commento:
Posta un commento