Qualche sera fa sono stata a teatro; ci andavo spesso un tempo, ora non più. E' capitato per caso, perché conoscevo l'attore, perché ho assistito alle prove e poi mi sono fermata. Ma non mi ero preparata e non conoscevo il testo, che mi era solo vagamente familiare –forse solo per somiglianza con qualcos'altro di simile, forse un film, chi sa. Destinatario sconosciuto. Un bel titolo, il carteggio tra due amici e soci in affari, ebreo e tedesco; è il 1932, l'ebreo rimane a San Francisco, il tedesco rientra in Germania e prende a simpatizzare con il nazismo, ed è l'inizio di un crescendo di violenza e vendette che non risparmierà nemmeno i sentimenti più nobili. Dopo lo spettacolo sono rientrata a casa con la sensazione di qualcosa di incompiuto.
L'indomani, in casa, ho trovato una scatola ancora chiusa dall'ultimo trasloco. Mi era sfuggita: la apro, e mi trovo fra le mani un volumetto: Destinatario sconosciuto di Katehrine Kressmann Taylor, con una data di oltre dieci anni fa. Un periodo in cui leggevo pochissimo, perché mai l'avrò comprato… Mi riprometto di rileggerlo, e lo appoggio accanto al letto.
Passa un altro giorno, trovo il tempo per sfogliare le pagine che sembrano ingiallite ad arte. Ne esce una busta prestampata con un biglietto scritto a mano: qualcuno che mi ringrazia –ma tu guarda!- per avergli procurato un posto a teatro.
Se c'è un senso, ancora mi sfugge.