La Casa si trova in cima a una scala ripida con corrimani in ciliegio e teste di angeli e putti di gesso, da una parete pende un foglio stampato da un inquilino arrabbiato per qualcosa. La Casa ha pavimenti in legno chiaro, robusto, non lucidato; e soffitti alti e bianchi, decorati con cornici e rosoni di stucco. Dentro, tanti mobili Ikea e qualcosa dal mercatino delle pulci o comperato su ebay: proprio come diceva la guida turistica. Le finestre sono ampie, molto luminose, incorniciate da archi. Porte a doppia anta con architravi importanti in legno dipinto di bianco, come la carta da parati a leggero rilievo.
Dettagli, dettagli, dettagli…
Ma qui, sessant’anni fa, non c’era niente: tutto distrutto dai bombardamenti, i palazzi sopravvissuti si conoscono e si possono contare. E’ stato tutto ricostruito, e ricostruito così: non anonimi cubi di cemento, da realizzare in fretta e abitare subito, senz’anima. Ma Case, vere Case, fatte per viverci realmente, per sentirne il calore, perché siano accoglienti e vive.
Berlino è ua città ricostruita da qualcuno che ci ha voluto credere.Grazie a Paolo che ci ospita, e a Cristina.
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