Medjugorje, vista da qui, fa tutto un altro effetto. Certo è uguale a ogni altra meta recente di pellegrinaggio: un nulla intorno al quale hanno versato tonnellate di cemento per costruire brutti alberghi e abitazioni peggiori, e una chiesa brutta. Intorno, i soliti infiniti negozietti tutti uguali, pieni di oggetti di pessimo gusto. Non so se mi è piaciuto di più il rosario in plastica bianca finto calcare; oppure, e propendo per questa seconda possibilità, la bottiglietta di plastica con la foto della madonna, di plastica pure lei. Bottiglietta d'acqua, certo. Peccato che Medjugorje sia totalmente arida, peccato che il suo luogo più santo sia una collina brulla e bruciata e coperta solo di arbusti. E allora, perché una bottiglia? Per affinità con Lourdes, immagino.
Molto concettuale.
Però quello che fa pensare qui è che siamo solo a trenta chilometri da Mostar, e di minareti non c'è nemmeno l'ombra. Che più ci si avvicinava, più le case erano grandi, e occidentali, e ricche - con giardini, e piscine, e macchine nuove parcheggiate fuori. Fa pensare, il numero di bandiere croate esposte alle finestre. E fa pensare anche che le apparizioni siano cominciate nel 1981; giusto un anno dopo la fine di Tito...
Credevo di passare di qui e non vedere "niente"; invece, ho trovato molto.
Posso anche dire con sicurezza che questo luogo NON favorisce la pace spirituale; di certo, non la mia.
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