venerdì 13 agosto 2010

Tuffo nella Neretva

Acqua fredda ghiacciata, dopo pochi secondi paralizza le cosce, poi i piedi, quindi le mani. Conviene virare verso terra, prima che la corrente abbia la meglio.
L'acqua scorre veloce; è verde. Forse troppo verde. Con tutto il male che c'è stato tra gli uomini, è difficile pensare che si sia rispettato un fiume. Quali veleni scorrono sotto la sua superficie? Sulla pelle sento un odore strano; ma forse è solo paura.
Ventuno metri più in alto, un ragazzo si sporge oltre la balaustra, ancora troppo bianca e troppo poco credibile, del nuovo Ponte Vecchio; in un cappello raccoglie le offerte dei turisti, raggiunta una cifra sufficiente si tufferà. Però, sarà la crisi, passa un quarto d'ora e il tuffatore risale oltre la ringhiera. Se ne va al bar.

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