domenica 10 luglio 2011

Disfacimento

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Irène Némirovsky, Due

Una tiepida malinconia si alterna alla febbre delle passioni in queste preziose pagine del 1939. La pienezza di vita degli adolescenti, ciascuno diversamente tormentato e inquieto, si appesantisce della nebbia ricorrente, di un'umidità che penetra nelle ossa e prende ad intaccare i corpi. E quando poi splende il sole dell'estate della vita, ecco che subito ha inizio il disfacimento di carni, di anime ancora intatte. Prime rughe che già sono presagio di morte. Ultimi desideri di moribondi che, esausti, non chiedono che un ultimo raggio di luce sul muro; senza ottenerlo.
Scrittura d'altri tempi, quella di Irène Némirovsky; particolarmente datato sembra il 'lieto fine', con l'immagine del matrimonio come porto sicuro nonostante tutto.
Ma la prosa scorre facilmente, si percorre la pagina nell'attesa di scoprire se una qualche felicità sia possibile, e intanto la spossatezza dei personaggi, ancora giovani ma già corrotti dalla vita, dagli ozi, dalla ricerca di un'impossibile quiete, contagia anche il lettore.
Parola dopo parola, l'allegria si spegne, le scelte vengono compiute, i giovani diventano adulti e ancora non sono capaci di governare le proprie esistenze, né mai -probabilmente- lo saranno.


Grazie ai diversi amici lettori che mi hanno incoraggiata a leggere ancora la Némirovsky: ne valeva la pena (e ho già cominciato il prossimo...)

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